venerdì 6 gennaio 2012

Dopo l'esame

5 Luglio. Fuori è impossibile stare, non ho idea di quanti gradi ci siano, ma fuori è proprio impossibile stare.
Ho appena fatto un esame, erano mesi che dovevo darlo e ancora non mi sentivo pronta, per fortuna ho deciso di provarlo lo stesso, è andato bene.
Sono le tre del pomeriggio e ho il primo treno alle 16.45.
Mi avvio in stazione, in facoltà non c’è nessuno con cui poter fare due parole e comunque fa troppo caldo anche solo per pensare di riuscire a farmi passare l’esammalditesta che mi tormenta da stamattina.
Arrivo. Non mi ricordo di aver mai patito tanto caldo. Si aprono automaticamente le porte a vetro dell’anti stazione..è come se mi si fossero aperte le porte del paradiso: è tutto climatizzato! Timbro il biglietto, non si sa mai, se poi mi dimentico “sono 50 euro se paga subito, 100 se non li ha al momento!” come se gli studenti, poveri squattrinati, girassero sempre col portafoglio pieno di soldi.
Al paradiso della mia prossima ora, però, mancano delle panche per sedersi, così mi siedo sugli scalini del binario zero, anche se in realtà è il primo. Le sedie sono tutte occupate, però quello scalino è il posto giusto, non c’è “brutta gente” e poi non sono l’unica ad essere seduta per terra, ci sono bambini e altri stanchissimi studenti. Una signora sulla quarantina con un dente color oro e una sigaretta quasi spenta in mano mi si avvicina con un bicchiere della coca cola di cartone per farmi l’elemosina.. mi limito a rispondere “mi spiace, nessuno spicciolo..” le faccio una sorta di sorriso.
Intenta a sistemare tutte le cose che mi si erano aggiunte a quelle che già avevo in mano, rispondo ad una chiamata, quando un signore di una certa età mi si avvicina: “fa caldo oggi eh? Poveri studenti..” Lo guardo e rispondo con un sorriso; non è molto alto, somiglia al mio professore di storia contemporanea. “Ma non avete ancora finito gli esami?” Lo guardo meglio, è completamente senza denti. “Ormai dovrebbero mancare un paio di settimane vero?” Si, è proprio senza denti, mi pare ne abbia quattro..come farà a mangiare?! Distratta dai suoi denti ed eventuali problemi col cibo, rispondo con un certo ritardo rispetto alla domanda; ha un viso simpatico. Comincia a parlarmi, non mi dispiace mai fare due parole con gli sconosciuti, meglio ancora se anziani, dispensano pillole di saggezza. Gli do un po’ di corda e lui comincia a raccontarmi della sua vita: ha studiato in un istituto tecnico meccanico dai preti e proprio lì ha preso il vizio del fumo, è riuscito a smettere solo da due settimane: ha fatto un incidente ed è stato in coma per due giorni, si è ‘rotto tutto dentro’ e ora è obbligato a smettere.
Mi piace parlargli, cedo alla confidenza. Non mi ha ancora detto di dov’è.
Hanno inizio le solite domande: “Di dove sei? Cosa studi? Com’è che studi lettere se poi non hai intenzione di andare ad insegnare?”
“Lo faccio perché mi piace.. e poi non ho la pazienza per andare ad insegnare”.
“L’avevo capito subito che non hai pazienza, si vede! sei un sagittario vero? Hai bisogno del tuo spazio e ti scocciano quelli che vengono a farti i conti in tasca e a darti consigli..sei come me, anche io sono del sagittario, 15 dicembre, pensati che non mi sono mai sposato, penso che sia impossibile riuscire a trovare qualcuno con cui stare bene tutta la vita, credo sia solo ipocrisia..”.
Questo simpatico ometto comincia a mettermi ansia, intanto ha indovinato che sono del sagittario e poi sta mettendo in campo questioni abbastanza rognose.
“Quando stavo a Roma, sono stato per un po’ con una ragazza, poi però sono dovuto partire per il sud America, non ci siamo lasciati con promesse, io credo che sia giusto così: se due persone devono ritrovarsi, prima o poi si troveranno..e poi è giusto che se un ragazzo ha una simpatia per un’altra persona, ci esca e stia bene. Quando vivevo a Firenze sono stato con una francese, mi piaceva stare con lei, parlavamo di arte, dell’Italia, lei era così intelligente, non lo facevo per farmela sai; non mi interessava, infondo le donne non servono mica solo a quello, no?”
“Aahahah..” scoppio a ridere, un signore con 4 denti che parla così?! Rido.
“Non dirmi che hai il ragazzo perché non ci credo..non sei una da ragazzo, te lo dico io!”
“Il ragazzo ce l’ho..”
“Guarda che gli uomini sono tutti dei coglioni!!” e ride. “Insomma, ne hai trovato uno con le palle eh? Però sta attenta..non sei fatta per stare troppo insieme a una persona, sei giovane..come hai detto che ti chiami?”
“Stefania..”
“Stefania, mi raccomando, non dire mai ‘ormai’, ormai niente! Io ho smesso di fumare dopo 50 anni. Però, dì la verità, prima di lui, quanti ne hai mandati a cagare??” e ride.
Nel tempo che parlavamo, al binario zero della stazione di Padova - che in realtà sarebbe sempre il primo- era partito e già era arrivato un altro treno; “ma che treno è questo??”
Il vecchio signore corre verso il tabellone, mi urla un “ciao Stefania! Buona fortuna!” e sparisce.
Non so come si chiama, non mi interesso di guardare dove va quel treno, mi alzo, sorrido, mi fermo davanti alle porte a vetro scorrevoli dell’anti stazione e torno in paradiso. Aspetterò lì, in piedi, il mio “ragazzo con le palle” per poi salire in treno e raccontargli tutto sul mio incontro col signore dai soli 4 denti. Io, però, ai legami ci credo.

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